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aspettarsi

by il peso del corpo

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1.
celesta 04:45
cosa resta tra le note di celesta dentro il buio dopo l’asteroide? tu argonauta io ermeneuta — vetiver e schadenfreude cento oggetti allineati chiusi a chiave in una stanza lancian sibili si aprono — geroglifici di carta mi accompagni ad ammirare l’universo che cade e non ha riparo si schiude — è un bussar nel buio che chiede do you love me? do you love me? nello spleen del desiderio attendi invano un’esplosione con un loop devozionale puoi fermarne l’espansione ogni amore se sfiorisce dona i semi del dolore ogni alba è solamente un nuovo tipo di tramonto che il risveglio venga in fretta nel percorso di ritorno sei una stella distante ma il mio cosmo vuoto è vinto — s’infrange do you love me? do you love me oci ciornie? love me love me do you love me? love me love me do you love me?
2.
animalia 02:50
corri su di me — ti tuffi dalla schiena rana di spalle ma il cuore è di balena mi chiedi perchè mi specchio in uno stagno ti cerco tra le cose — mi ci sdraio come un ragno la morte dov’è rimane distante se il corpo si rompe sentirai parlare di me nelle elettriche code le mie poesie da gatto ridi pure di me — semi crescon sottopelle ossa di formiche vestite da farfalle la mimesi nel verde nell’erba alta che nasconde l’orizzonte sentirai parlare di me mi vedrai tra grilli e lucertole cantare di te
3.
escapologia 02:45
ti chiedo: chiudimi nella mano e premi forte — che non si apra mai più insegnami come spostare l’attenzione resterò avvolto in un alone d’illusione per non svelare a nessuno i nostri inganni passerò tutto il mio tempo a esercitarmi ma se resto solo penso a cosa te ne fai di sapere che il trucco è piaciuto se tutto ciò in cui credevi è sparito e dovresti sentirti pulito e invece fai schifo ma tendi all’infinito io faccio ancora il tuo numero a memoria mi sto specializzando in escapologia riavvolgo solo a metà la nostra storia riprendo dal momento in cui sei andata via ti sento sempre dietro la mia spalla destra senza sapere bene cosa può significare cerco un cantore che protegga dagli incanti chiamo qualcuno che mi aiuti a fare un salto in avanti è questione d’istanti noi siamo e non siamo presente e lontano noi siamo e non siamo close up close up fammi vederti fammi vederti close up close up fammi vederti fammi vederti close up close up fammi vederti fammi vederti close up close up fammi vederti fammi vederti close up close up fammi vederti fammi vederti close up close up abracadabrami sembriamo fragili restituiscimi alla polvere se siamo tragici e friabili inseparabili e insostituibili ringiovaniscimi e regalami momenti memorabili restiamo vigili come due pugili sopra due piedi che ci illudono di rimanere stabili sull’orlo di voragini — insieme siamo esseri magici
4.
lei 02:01
Nachtflug Unser Acker ist der Himmel Im Schweiß der Motoren bestellt Angesichts der Nacht Unter Einsatz des Traums Geträumt auf Schädelstätten und Scheiterhaufen Unter dem Dach der Welt Dessen Ziegel der Wind forttrug Und nun Regen, Regen, Regen In unserem Haus Und in den Mühlen die blinden Flüge der Fledermäuse Wer wohnte dort? Wessen Hände waren rein? Wer leuchtete in der Nacht Gespenst den Gespenstern? Im Stahlgefieder geborgen Verhören Instrumente den Raum Kontrolluhren und Skalen das Wolkengesträuch Und es streift die Liebe unsres Herzens vergessene Sprache Kurz und lang lang (...) Nicht untergegangen sind Sonne und erde Nur als Gestirne gewandert und nicht zu erkennen (...) Wer verliert den Schlüssel zum Haus? Wer findet sein Bett nicht — wer schläft auf den Schwellen? Wer, wenn der Morgen kommt wagt's Den Silberstreifen zu deuten Seht, über mir... Wenn das Wasser von neuem ins Mühlrad greift Wer wagt's — sich der Nacht zu erinnern? (Ingeborg Bachmann — Nachtflug — 1953)
5.
sciarada 05:02
sei in cerca di un abisso in cui specchiarti un chiodo fisso che spingi dentro un sogno per farti male e risvegliarti ma è la mia parte nascosta che si finge sorpresa conosce la fine però non lascia la presa e ci si stringe confusa per ogni strada che finisce in una stanza c’è un’altra strada che disegna una distanza perchè non sono le cose ma è il posto delle cose che conta raccontamene un’altra — raccontami una storia porti in dono il tuo dolore — chiedi un moment mi pulisci via dal cuore — nomen omen costruisci un’illusione su rovine lanci una maledizone sine fine e adesso che mi parli sottovoce dei tuoi giorni di silenzio in una pausa tropicale che non lascia spazio ai pianti scambi ancora incastri e incroci — rimpianti e incanti nascondendo dodici anni luce che illuminano stanze d’istanti distanti circondata dalle cose che cadono quando è senza rumore che le cose accadono sono le cose che cantano alla luce del sole le sole cose che contano il tempo è solo spazio — c’è un ponte oltre la riva la strada è tra due case — la via non ha un’uscita il numero è sul muro — le chiavi chiuse in tasca il passo è sulla soglia — la luce ci accarezza m’illumina e mi scioglie — t’illumina e ti scioglie ci illumina e si scioglie la testa è sulle spalle — pensieri oltre le tempie la bocca copre il cuore — la voce apre le gambe l’attesa è nelle braccia — il nome chiude gli occhi il buio resta dentro ti spogli come un fiore — mi spoglio come un fiore mi spogli come un fiore un gesto apre la mano — il vuoto è nell’armadio nei piatti ti ci specchi — i vetri sono a pezzi il seme è chiuso in terra — il pianto è dentro i muri i petali caduti — gli sguardi sono buchi notte chiudigli gli occhi — notte chiudile gli occhi notte chiudimi gli occhi qualcuno è alla finestra — il segreto cade dietro i passi sono sotto — la porta ferma il cielo un bacio rompe un argine — parole ma di grandine e i gesti sono immobili insieme mi hai dimenticato — insieme ti ho dimenticato chi di noi se n’è andato?
6.
dialogo 03:18
se ogni mobile ha quattro gambe capisci — è un incubo per chi come me ne ha solo due la vita è scomoda da sopra un albero ma ciò che vedi in fondo ti risparmia ciò che sei la stanza è piccola — il vuoto mormora come un’arancia apro il vestito e ti dispiace se esco io mi trovi stupido — un pezzo d’epoca mi cambi d’abito perchè si abbini alla tappezzeria e tu impugni sciabole citando Feuerbach credi di abbattermi? non vedi che son fogli a venir giù mi trovi comica se parlo a vanvera mi vuoi sillabica? in fondo spiegan tutto un sì e un no e c’è poco sai da star lì a ridere nella fuliggine credendo di capire il cielo il blu sei perfetto e inutile come un grammofono troppo nostalgico — come un regalo che non getto via sai che in un tempo senza equilibrio mi sorreggevi — e adesso tocca a me tenerti su ti sembra tragico realismo magico ma ti domando — sei ancor certo di chi cade tra noi due?
7.
iceberg 03:33
sbocciato all’ombra della tua schiena solo la spina culla la rosa proteggi gli occhi sopra ogni cosa scivoli accanto e a me resta la pena scioglimi addosso quest’aura nera col bianco luce del tuo passaggio come la casa concludi il viaggio come l’estate la primavera credi davvero di esser speciale ma un occhio in più non ti riscatta dal banale ma invece di sputarlo lo nascondiamo tra le parole — dentro il vuoto di un ti amo ci sono luci che esplodono di colpo dentro il mio corpo inerme in tumulto c’è l’aeroplano della mia mano c’è la tua schiena immersa nell’oceano del divano che siamo cervi e siamo cani soltanto due fottuti stupidi animali ma invece di ringhiarlo lo nascondiamo nelle parole — dentro il vuoto di un ti amo ma invece di sfoggiarlo lo nascondiamo nelle parole — dentro il vuoto di un ti amo
8.
lui 02:18
Corona Aus der Hand frißt der Herbst mir sein Blatt Wir sind Freunde Wir schälen die Zeit aus den Nüssen und lehren sie ghen Die Zeit kehrt zurüch in dir Schale Im Spiegel ist Sonntag Im Traum wird geschlafen Der Mund redet wahr Mein Aug steigt hinab zum Geschlecht der Geliebten Wir sehen uns an Wir sagen uns Dunkles Wir lieben einander wie Mohn und Gedächtnis Wir schlafen wie Wein in den Muscheln Wie das Meer im Blutstrahl des Mondes Wir stehen umschlungen im Fenster Es sie sehen uns zu von der Straße Es ist Zeit daß man weiß! Es ist Zeit daß der Stein sich zu blühen bequemt Daß der Unrast ein Herz schlägt Es ist Zeit daß es Zeit wird Es ist Zeit (Paul Celan — Corona — 1948)
9.
bobo 00:56
sono stato davvero cretino ti ho comprato pure il cuscino così potevi dormire qui era cosa abbastanza scontata che non saresti più tornata e guarda caso è proprio così per fortuna che il tempo passa tra i cucchiai di insalata russa alle cene radical chic è stato tutto un immaginare come pensare di essere al mare se la realtà c’est pas fantastique e va bene — fa’ niente è lo stesso non è il caso di piangersi addosso solo perchè non mi dici sì e per quanto riguarda il cuscino ho conservato lo scontrino domani lo cambio e mi compro del vino
10.
nicaragua 02:06
la donna abitata si aspetta la morte da dietro le porte a tripla mandata la donna abitata si spoglia come una scala si apre e si cala nel buio della giornata la donna abitata si appende come un vestito sbottona il corpo tradito di pane e marmellata la donna abitata si affitta pezzo per pezzo la forza è nel prezzo e l’anima è scontata la donna abitata si sveglia vestita da sposa e la morte leggera si posa
11.
notturno 05:16
ho le orecchie tese e ti aspetto a ogni rumore sento un tuffo al cuore non riesco a arrendermi — non tornerai da qui indovino la tua forma sul cuscino — mi rimane accanto se i passi si avvicinano e ancora non sei tu forse ho confuso il mio amore con qualche altro rumore resto sul fondo come sfondo allo sfacelo mi sporgo nel sonno — santifico il bisogno simulo un simbolo da interpretare vedo e non credo — mi spoglio e mi schiudo sorgo e mi scorgo — mi lascio immaginare svelo il senso del segno sulla soglia del sogno sto perdendo il controllo su di me poi per un’ora non succede più niente e comincio a smembrarmi prima un braccio poi l’altro le gambe — il collo — la testa infine il cuore poi più niente infine il cuore poi più niente forse hai confuso il mio amore con qualche altro rumore resto sul fondo come sfondo allo sfacelo e scelgo il senso del segno — mi significo in sogno chiudo gli occhi e mi sciolgo — entro in me c’è un posto in cui ti senti più solo è lì che passa tutto il freddo che hai

about

queste non sono due sedie
e nemmeno un nuovo album

sembra una porta uno specchio
sembri tu e sono solo io

nella vostra vita non ci sarà mai
una sedia vuota di me

e aspettarsi resta
un riflessivo a senso unico

avevo così tante cose da dire su questo disco
mondi nascosti che ne mostrano altri

troppi messaggi per pochissime persone
persino uscire oggi è una questione privata

ma quando parole e musica diventano di tutti
ogni possibile racconto non aggiunge nulla

quindi aspettarsi esce senza spiegazione
niente date — niente presentazioni

speriamo si riveli e prenda in dono
nuovi nomi e nuovi sensi a ogni ascolto

nel mentre mi aspetto — e ci aspettiamo

credits

released November 3, 2023

aspettarsi


parole & musica di andrea arnoldi
arrangiamenti a cura di il peso del corpo
editing a cura di andrea arnoldi & leonardo gatti
missaggio & mastering a cura di andrea arnoldi & andrea facheris
titolo & cover di giulia zanotto


andrea arnoldi | voce / chitarre \ pianoforte / reverse \ looper / sintetizzatore \ vocoder / percussioni \ bicchieri / crackers \ lavatrice / campionatore \ tape recording di lei e lui / batteria in dialogo

leonardo gatti | violoncelli / fischi \ octaver / delay \ reverse / western

roberto frassini moneta | contrabbasso / basso elettrico

sebastiano ruggeri | batteria / percussioni

daniela fantoni | violini

mattia sonzogni | sassofoni

jodi pedrali | sintetizzatori in celesta / dialogo

fiorenza suagher | voce in animalia e cori in celesta / escapologia

sara zonato | voce in dialogo e cori in celesta / escapologia

giada dente | cori in celesta / escapologia

andrea manzoni | chitarra classica in iceberg

dario casati | basso elettrico in iceberg

alberto zanini | chitarre elettriche e looper in sciarada

roger rota | fagotto in dialogo

daniele nava | chitarra acustica in lei e lui

ingeborg bachmann | voce di lei

paul celan | voce di lui

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about

il peso del corpo Bergamo, Italy

nasce a Bergamo nel 2010

si esibisce nei più importanti festival e in locali di riferimento per la musica italiana

nel 2014 pubblica le cose vanno usate le persone vanno amate e nel 2019 le metamorfosi

nel 2020 otto artisti celebrano il decennale del progetto in DIECI|VENTI

nel 2023 esce aspettarsi — un nuovo concept album registrato nelle case di quindici musicisti durante la prima pandemia
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