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1. |
rebus
01:44
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amico che mi giudichi eremita
soltanto perché al mondo tra le dita preferisco una matita
lo sai costa fatica
restare chiuso in casa dietro ai vetri a scrivere la vita
per una volta vinca la magia
accetta il male nega il così sia di chi si maschera con la filosofia
'la vita non è vostra, è solamente mia'
non sai che è facile parlare di traguardi quando si è barato al via?
amico dal respiro trasparente
mi doni il tuo sorriso da vincente per fare colpo sulla gente
dovrei sembrar più divertente
consigliami un vestito più sgargiante per nascondere il mio niente
alle provocazioni non reagisco
se il mondo è un rebus io lo preferisco, di fronte a ciò che non capisco
spalanco gli occhi e mi stupisco
gli dono la mia inutile poesia e della rima me ne infischio
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2. |
àncora
05:49
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tu risplendi come i melograni
e hai rami al posto delle mani
io sono vuoto come un cruciverba
e sulla testa mi cresce l’erba
e sulla testa mi cresce l’erba
tu chiudi gli occhi e risali lungo il fiume
attendi il sogno ammirandomi le piume
io con un soffio proteggo la candela
e con le mani ti faccio vela
e con le mani ti faccio vela
tu mi chiedi cantando sottovoce
dove andiamo se si spegne la luce
qui - solo il tuo lieve sommesso pulsar mi trattiene
àncora forte contro le sirene
ancora forte contro le sirene
quando gli uomini muoiono cantano
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3. |
l'ortica
05:47
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sono tre volte che muoio quest’anno e questa è la quarta
coprimi amore che soffoco, il corpo è scoperto per la febbre alta
lasciami correre veloce nel fiume
solo nel sasso ritrovo me stesso
canto nel vento sul ciglio di strade
sono l’ortica, in lei mi riconosco
capita a volte di mutare sembiante, tornare animali
tu cucimi addosso un vestito d’ortica ed aspetta che perda le ali
lasciami scritto al riparo dal tempo
sono la spina, la carta e l’inchiostro
temo l’autunno e mi spoglio splendendo
sono la rosa sul ciglio del fosso
e quanti anni abbiamo adesso e dove siamo?
ne avete quasi mille e siete biologia
siete sorpresi?
cosa ne è stato di tutto il tempo che avevate immaginato?
il tempo morbido, strisciante e liquido
il tempo materiale che vi avrebbe dissetato
la morte resta un bel problema per voi vivi
vi guarda in faccia e vi chiedete la distanza a cui si trova
sentite la campana e vi chiedete per chi suona
mentre la vostra vita è il fiore in una serra
l’ortica artiglia ogni centimetro di terra
la rivoluzione violenta le aiuole
non trova ragione per splendere al sole ma
vestita di niente, di spine e dolore
misteriosamente si prende anche il fiore
vestita di niente, di spine e dolore
misteriosamente si prende anche il fiore
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4. |
Parigi, Torino
03:48
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Parigi ci decapita in un attimo
Torino e le sue luci si confondono
e tu, ovunque più lontana della luna
sorridi e muovi i fianchi davanti a una vetrina
potresti rimanere più vicina?
le lettere d’autunno son più tiepide
se le nascondi dentro un reggiseno
ma tu le sfoggi tra la nuca e la vagina
mi chiedi di cantar la tua ricchezza clandestina
potresti rimanere una bambina?
le nostre ali, nude, dietro l’angolo
e noi perduti senza filo del telefono
ma ecco, tu cammini più leggera di una piuma
volteggi sopra un filo di vento, ballerina
potresti rimanere senza rima?
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5. |
cometa
07:37
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buio come cotone ti avvolge e la pelle freme
s'increspa e poi ritorna seta
fingi sia soggezione ma ti illumini se stiamo insieme
e il tuo corpo disegna una cometa
piccola luce, stai qui - risplendi, non spegnerti
non ti consumare, ma come s'apre una ferita
spoglia il cielo nero per lasciar la scia
com'è che poi siam finiti a parlare della sua amante
e adesso brindiamo a tuo marito?
solo senza vestiti sei davvero elegante
e tu spogli l'anello al dito
piccola luce, stai qui – risplendi, non spegnerti
non ti consumare, ma come avvampa la ferita
segna il cielo nero, indica la via
cosa ti ha più spaventato, il corpo che arde o i suoi resti?
l'incendio può dare inconvenienti
succede, me l'hai dimostrato che prendan fuoco le vesti
se in grembo nascondi i sentimenti
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6. |
cosmogonia
04:26
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prima o poi nella mia vita si aprirà un’enorme crepa
ne uscirà un fiore magnifico che vi divorerà - ye ye ye ye
appare chiaro a un certo punto che davvero il dado è tratto
ho giocato e ho perso tutto ma la mia felicità
balla samba anche se non c’è musica
e tu mi spieghi, amore, che abitiamo un controsenso e lo so già
imparare insieme a stare un po’ più soli quanto male fa
la mia anima s’affitta e fiero della mia disfatta porto alta la testa
uno stendardo nero tra le macerie color cenere
puoi confondere il pulito con l’amore per il vuoto
puoi cambiar vestito ma ogni giorno c’è
una parte di te che muore e va
e tu mi gridi, amore! È necessario che io prenda il primo treno e vada via
e ferma in piedi sui binari hai violentato la mia cosmogonia
e ora mi scrivi, amore, da un posto senza estate, senza discoteche
senza piatti da lavare, senza amori che fan male
senza chi ti chiede come fai a suonare se non sai le scale
senza piatti da lavare, senza amori che fan male
senza piatti da lavare, senza amori che fan male
senza chi ti chiede come fai a suonare se non sai le scale
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7. |
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con me è così ovvio, Milena, ci ho perso ma ci ho scommesso
amando la gioia di vivere ma scordandone il compromesso
per quanto la si invochi, non si può trovare
un’anima buona per farsi perdonare
e intanto la gente ora piange ora ride
consuma emozioni da fiamme votive
se getti pane ne mangiano ancora, se getti pane ne mangiano
con te è così ovvio, Milena, non c’eran due corpi nel letto
ma uno solo che ancora contorce se stesso come un insetto
fedele alla legge del padre, si è imposto di espiare
tossendo ogni colpa e ogni alibi, fingendo di dimenticare
che intanto in segreto si vien processati
gettati dal mare in acquari salati
gettami pane, ne mangerò ancora, gettami pane, ne mangerò
gli esseri umani hanno un corpo, persino la notte dà luce
perché siano testimoni del viaggio che li traduce
in forme di pesci immobili, adatti ad osservare
le gabbie dei segni inutili, i codici del galleggiare
bagnato, stupito, marchiato
il corpo è un niente delicato
se getti pane ne mangiamo ancora, se getti pane ne mangiano
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8. |
requiem
05:11
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le mie parole voltate di schiena
non c'entrano il colpo, attraversano il cielo
e si schiantano contro le tue spalle mute vestite di nero
è vero, il soffitto mi appare pesante
ma il mio corpo è un arco teso all'orizzonte
malgrado mi cantino l'ave maria mi trovo da solo la via
voci di tenebra azzurra, mi sembrano canti di culla
che fanno ch'io torni com'ero
ricordo mia madre, poi nulla e si accende la luce del cero
senti la gente che canta?
e la campana che batte silenzio
ed il cane che gira in cortile e si morde la coda
sento la gente che canta
ma è una campana che abbatte il silenzio
e la vita si aggira in cortile e mi cerca la coda
lascio ai cavalli la biada, alle mucche del fieno
alle gatte del latte ed ai porci le perle
che tanto son sempre sprecate se date agli umani
lascio tre figli di letto ed un altro al bordello
la casa alla pioggia, la carne alle mosche
ed il credito all'oste lo pago domani
lascio i miei calli da zappa alle dita, i miei piedi alle scarpe
ma gli occhi li tengo da parte nel caso che nell'aldilà
ci sia un culo per metterci mani
senti la gente che canta?
e una campana che batte silenzio
ed il cane che gira in cortile e si morde la coda
sento la gente che canta
ma è una campana che abbatte il silenzio
e la vita si aggira in cortile e mi cerca la coda
e infine, malgrado si creda un mistero
più semplicemente finisce cadendo per terra
si rompe, profuma di cera - si spegne come una candela
l'ultimo sguardo al soffitto che cade, più vasto del cielo
le nubi lontane si muovono appena
non entrano in casa, non portano pioggia né pena
poi tutto il tempo si ferma, s'inceppa, la voce si strappa
la terra non trema e si leva un sussulto nell'aria leggera
come una preghiera
senti la gente che canta?
e la campana che batte silenzio
ed il cane che gira in cortile e si morde la coda
sento la gente che canta
ma è una campana che abbatte il silenzio
e la vita si aggira in cortile e mi cerca la coda
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9. |
coda
04:17
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10. |
ringiovanimento
03:33
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e nebbia tutt’intorno, da perderci la vista
che sembra di star dentro un film in bianco e nero
è stata una disgrazia riprenderci per forza quell’età
fuggire dalla morte, si sa, non è legale
io ho costruito un mondo di mollica di pane
imparerò ad odiarlo adesso che ho perduto completamente l’anima
scopro che il corpo è denso
composto da materia tendente alla poetica
se cadono le foglie raccogline l’odore
proteggi le macerie, riscoprine il calore
risacca dei ricordi, naufragio dei miei sogni o ritagli di pellicola?
la strada per l’asilo, la nebbia in un giardino
la rabbia e le mie bilie in mano ad un bambino
li ho visti, li ho vissuti, fioriscono in memoria e si riavvolge e replica
mia madre alla finestra
sorride, manda un bacio e se ne va
e per ringiovanire recatevi in un campo
scavatevi una fossa, sdraiatevici dentro
davvero è poca cosa ma del vostro triste corpo si nutrirà una rosa
e questo, che io sappia, è il solo scudo contro l’aldilà
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11. |
decalogo
03:32
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[I] sentirsi piccoli purché infiniti
[II] essere minimi nei movimenti
[III] lasciare spazio alla causalità senza cercarne alcun principio di realtà
[IV] riempire il cielo e condensarlo nel respiro
[V] donare al giorno il tempo di cambiare luce
[VI] mimare il verde delle foglie sopra i muri
[VII] mutare pelle
[VIII] abbandonare i toni scuri
[IX] riflettere la luce bianca dei rumori
[X] aprir finestre come mani e guardar fuori
non voglio perdere la meraviglia
di amar qualcosa che non mi somiglia
non voglio perdere la meraviglia
sentirmi un albero in settembre che si sfoglia
sentirmi neve nell’inverno che si spoglia
sentirmi aprile su un vestito di ciniglia
sentirmi estate in un abbraccio di conchiglia
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il peso del corpo Bergamo, Italy
nasce a Bergamo nel 2010
si esibisce nei più importanti festival e in locali di
riferimento per la musica italiana
nel 2014 pubblica le cose vanno usate le persone vanno amate e nel 2019 le metamorfosi
nel 2020 otto artisti celebrano il decennale del progetto in DIECI|VENTI
nel 2023 esce aspettarsi — un nuovo concept album registrato nelle case di quindici musicisti durante la prima pandemia
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