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un mondo perfetto

by il peso del corpo

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1.
uomonuovo 02:52
non è possibile mi sto alzando in cielo con un palloncino come dentro un film di Tati non è reale se ti stringo la mano e danziamo lontano dentro un blu di Chagall non è incredibile? io sento il mio peso solo quando si è arreso alla felicità sapete dirmi dove posso saltare senza più sottostare a leggi di gravità? sono un uomonuovo senza più un’età nel cielo sospeso come nuvola sono un uomonuovo senza identità tutto ciò che ho appreso è chiuso dentro la mia testa sono così vicino al sole – mi viene voglia di cantare na na na na na na na na na na na na na na na na [PUM]
2.
l'albero 05:15
mi affanno sospirando, confondo braccia e gambe mi trovo nudo sul tuo nome così pesante, così distante da me ventaglio delle gambe, occhi gialli da gatta e seno duro per cuscino ci appoggio sopra il mal di testa che passa e va ti sdrai sopra di me, mi scali come un albero lieve pioggia di piume, sospesa santità ci regaliamo un nido dolce di sonno tirando indietro le lancette della sveglia che male fa dormire un giorno in più morbida vicinanza umidocalda in mezzo ai graffi, nel profumo dei miei baffi la spinta è dolce - precipito più giù ti sdrai sopra di me, mi scali come un albero lieve pioggia di piume, sospesa santità sguardi smaglianti, canini bianchi dietro gli artigli si nascondono gli abbracci conosci il tempo esatto per sfoderarli? è semplice curiosità
3.
eravamo gli incendiati, dentro al fegato il Martini con olive e benzoedrina per tirarci su ti ho comprato la pelliccia bianca come la volevi tu ti ho rubato l‘autoradio con l’impianto per il suv Zelda, Zelda il paradiso è soldi sparsi e pile di vecchi giornali la notte è tenera per farsi un nome, entrare negli annali il grande Gatsby è un cappellino, è feltro, radio, schizofrenia l’età del jazz è smoking nero per salvar l’economia autografi di cocaina, collane di chincaglieria pagare con cambiali in bianco il conto alla pasticceria Zelda, Zelda sparare sulla croce rossa a volte è un bene, una virtù ma senza te che ridi forte non mi diverte più giocavamo ai naufragati della media borghesia belli e dannati per salvar l'autoironia giocavamo ai naufragati per salvar l'economia eravamo gli incendiati, dentro al fegato il Martini con olive e benzoedrina per tirarci su
4.
chenille 04:12
e come scioglie una soglia, che tu lo voglia o non voglia il nodo forte che ieri stringeva i miei desideri così mi taglia la porta da tutto quello che importa le geografie degli amori che se chiudi a chiave stan fuori Il dì che sei ritornata ti sei soltanto affacciata dicendo: voglio provare a star con te senza entrare non te ne dimenticare più mi stringi meno resta da abbracciare non te ne dimenticare: più mi stringi meno resta la porta mi guarda e ride – confine, ormai ci divide non ha messaggi in bottiglia, non ha nemmeno maniglia io origlio e resto in ascolto, non credo ci vorrà molto prima che crollin le mura e resti solo la serratura avrò il mio spioncino tondo da cui sfiorare il tuo mondo colore nella pupilla, riflessi di camomilla non te ne dimenticare più mi stringi meno resta da abbracciare non te ne dimenticare: più mi stringi meno resta
5.
ma cosa vuoi che sia, è solo una poesia che ti stringe i seni, che ti ferma i fianchi un grido, un gemito, un sussurro ma cosa vuoi che sia la mia malinconia di fronte al fondo di un oceano di fronte al nero dei tuoi occhi ma cosa vuoi che sia, muta nostalgia dell’unica notte che ci siamo amati del nero corvino che mi spingevi addosso lacrime, palpebre, attimi ma cosa vuoi che sia, volerti ancora mia mentre abiti in un altro continente in un’europa d’uomo fragile in altri letti, in altri versi ma cosa vuoi che sia, un istante senza scia le parole da desiderare i tuoi passi sopra i miei il segno del nostro essere passati ma cosa vuoi che sia, un fiore sulla via del ritorno a casa dove sapevo che ci saresti stata
6.
chlebnikov 02:19
se la mia lavatrice s’è già inceppata e il forno che ho comprato non ha mai funzionato che cosa importa amore? pulito è il cuore e le tue mani il pane lo impastan su di me la luce è andata via e siamo soli che cosa importa se non tornerà? se bacio la tua bocca ti accendo gli occhi il tuo sguardo da gatta luce farà l’intonaco ha ceduto, la porta è scardinata bisogno di un divano? io non ne ho per letto i tuoi capelli, forchette le tue dita mi basta nella vita il cielo e poco più
7.
che freddo fa dentro di me il mio corpo è un parco ricoperto dalla neve che freddo fa dentro di te il tuo pianto è un manto che mi copre quando piove che male c’è a farsi del male? quindi domani se ti va puoi ritornare che cosa aspetti a farmi fuori? sopra il mio corpo sorgeranno nuovi fiori che freddo fa dentro di me ho braccia chiuse in un abbraccio solitario che freddo fa dentro di te ti sei impiccata e non ha retto il lampadario che male c’è se è andata male? tanto domani se ti va puoi riprovare perchè aspettare a farsi fuori? dentro il tuo corpo già appassiscono i colori che freddo fa dentro di me sei andata via e non ho più le tue lenzuola che freddo fa dentro di te sciarpe pesanti e verbi morti nella gola che male c’è a farsi del male? già che ci sei allora smetti di parlare a far l'amore finché si muore persino Bonnie & Clyde provavano dolore
8.
mancano pochi raggi all’alba crescono lenti i fili d’erba respiro il suono dolce della pioggia dentro ogni cosa ci abita il mondo dentro ogni casa c’è un vuoto profondo dentro la testa restano le lettere dentro di me c'è una stanza illuminata scrivo sul muro ciò che penso se lo rileggo perde senso cresco in parole che sono più grandi di me i lupi nei muri danzano di venerdì chiudo la porta ed entra il giorno scuoto la testa e guardo intorno cresco ogni giorno di qualche centimetro in più ho buone ragioni per dire che oggi è venerdì
9.
la tua bellezza è il lampo del saldatore abbaglia tanto da far male e le tue braccia sono morsa ai miei peccati che sciogli più dell’acquaragia perchè ho una vite stretta forte intorno al cuore e chiodi sparsi come ciglia le dita sono lime che ti fanno male la lingua un trapano volgare son sempre io che non so ancora farti bene e il mio universo è come un fuoco d’artificio ci buttavamo dentro come bombe a mano a testa alta verso il sacrificio
10.
se potessi scegliere un posto dove andare troverei rifugio tra il tuo petto e l’ombelico se diventassi immagine sepolta nel tuo sguardo mi vestirei di luce, esploderei di nero vivo se avessi le tue gambe da lepre catturata camminerei nel prato - camminerei nel cielo io vorrei essere la tua parola magica stella polare per non smarrir la strada io vorrei essere la tua parola magica il sortilegio per affrontare la realtà se potessi avere la tua bocca per parlare canterei più forte arcobaleni di parole se avessi quelle mani con cui sai baciar le cose carezzerei il segreto di ogni oggetto e di ogni nome se avessi dai tuoi occhi delle lacrime il sapore mi tufferei dentro di te – mi donerei alla tua corrente io vorrei essere la tua parola magica stella polare per non smarrir la strada io vorrei essere la tua parola magica il sortilegio per affrontare la realtà se ritornassi piccolo e t’incontrassi al parco ti guarderei da dietro un albero
11.
non sono nato ieri ma sono ancora un bambino nella mia testa il cielo, nelle mie tasche un soldino cammino per la strada, annuso come un cane puzza di petrolio, odor di verderame purtroppo ho queste mani e questa faccia al contrario di te che sei perfettamente esatta e indossi la bellezza come un vestito pulito senza tentar di celare la rabbia del tuo corpo ferito dalle condizioni di questo piccolo cuore dalle condizioni di questo misero amore andiamo a letto la notte e contiamo le ore ci svegliamo il mattino e ci puliamo il cuore e che sia un mondo perfetto non mi ha convinto davvero anche se spegni le luci soltanto con il pensiero prova ad accender la notte senza la nebbia e un lampione prova a aspettare il mio treno senza saper la stazione son le condizioni di questo piccolo cuore son le condizioni di questo stupido amore ci svegliamo il mattino e facciamo rumore andiamo a letto la notte senza fare l'amore e anche se non lo ammetto, mi hai accartocciato la vita ti sei perduta convinta che io t’avessi smarrita ho spalancato a porta e tu non eri più qua per i bambini è magia – per noi è fatalità

about

parole & musica di andrea arnoldi

arrangiamenti a cura di andrea arnoldi & stefano taglietti

registrato dove capitava tra il sette agosto duemilaedieci & il sei marzo duemilaedodici

incisione a cura di andrea arnoldi, stefano taglietti, matteo gotti & jodi pedrali

editing a cura di andrea arnoldi & jodi pedrali

mastering a cura di giorgio roccia gagliano

illustrazione di lorenzo arnoldi

credits

released March 6, 2012

andrea arnoldi * voce, chitarre, piccola orchestra meccanica, marimbetta, piatto sospeso, campanelli tubolari, respiro, cori, pianoforte, flauto a coulisse, fronde, distorsioni, tamburello di torrepaduli, tamburello a sonagli, walkie talkie, campane tibetane, carta, bottiglia di porto, cha cha cha, tin tin tin, parquet, gong, presenze, richiamo per le allodole, flauti, risuonatore, tamburoplano, saldatore, etchium, farfisa, vinile

stefano taglietti * sansa, kalimba, lastrofono, chiave, moquento, archetto, chitarra acustica, presenze, chitarra, salterio a pancia, pianoforte, melodiche, djangoguitar, flauto a muro, barca, flauto indonesiano, pianoforte inconsapevole

alessandro bottacchiari * tromba, sordine, tromba in A, flicorno

dario casati * contrabbasso

lorenzo arnoldi * voce

stefano zeno zenoni * batteria minimale dentro l'albero

license

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about

il peso del corpo Bergamo, Italy

nasce a Bergamo nel 2010

si esibisce nei più importanti festival e in locali di riferimento per la musica italiana

nel 2014 pubblica le cose vanno usate le persone vanno amate e nel 2019 le metamorfosi

nel 2020 otto artisti celebrano il decennale del progetto in DIECI|VENTI

nel 2023 esce aspettarsi — un nuovo concept album registrato nelle case di quindici musicisti durante la prima pandemia
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